Dal 1965…
“Filippo! Salvatore! Non fate aspettare papà, altrimenti questa volta vi lascia a casa!”
Mi sembra di sentire ancora la voce di mia madre Annunziata che ci chiamava dalla cucina, dolce e severa al tempo stesso. Io e mio fratello Salvatore, combattendo contro il sonno, ci vestivamo in tutta fretta per il giorno più atteso di ogni estate, quello dei pomodori,
L’aria fresca del primo mattino e il sorriso di nostro padre Giuseppe che ci faceva salir sul cassone del camion, insieme alle cassette, restano tra i ricordi più belli della mia vita.
Il viaggio verso la campagna era lungo, ma per noi sembrava interminabile. Non vedevamo l’ora di aiutare papà e tutti gli altri grandi a raccogliere i pomodori che occhieggiavano dal verde delle piantagioni.
Con un salto io e Salvatore eravamo già a terra e iniziavamo a rincorrerci con le cassette in mano, facendo a gara a chi raccoglieva più pomodori. Ogni tanto papà veniva a sorveglierci gettando l’occhio nelle cassette che riempivamo piano piano.
Se Scorgeva qualche pomodoro troppo maturo o “‘nu poco tuccato”, lo toglieva e con tanta pazienza ci spiegava come riconoscere e raccogliere solo i migliori, “Perchè una buona passata – diceva – dev’essere fatta solo con i pomodori più belli!”.
Quando il sole picchiava forte, papà invitava tutti a mangiare e a riposare un po’. Nostra madre Annunziata e le altre donne erano intente a lavare le bottiglie scure della birra e a stendere al sole le pezze di tela per la sgocciolatura dei pomodori. Dopo aver giocato a nascondino in quella piccola foresta di panni, per tenerci occupati, i grandi ci davano il compito di aiutarli a togliere “‘o streppone” ai pomodori e di passarli nell’acqua.
Ricordo ancora con quanta cura papà, mamma e gli altri tagliavano i pomodori, mentre le “cavurare” erano ansiose di accogliere l’oro rosso di quell’estate caldissima. Noi eseguivamo con scrupolosa attenzione ogni piccola mansione che ci veniva assegnata, al punto che sentivamo dire: “Come si vede che Filippo e Salvatore sono figli di don Giuseppe e donna Annunziata! Hanno la passione nel sangue!”
Gli occhi dei nostri genitori si riempivano di soddisfazione, anche se le ramanzine non mancavano, specialmente quando giocavamo con gli “stagnarelli” che avrebbero chiuso le bottiglie ambrate piene di passata profumata.
La festa dei pomodori continuava fino al tramonto, quando le donne riordinavano tutto e papà distribuiva a ogni famiglia le sue cassette si passata. Le altre sarebbero state portate al mercato. Sono passate tante estati da allora e quella festa ha una data di nascita e anche un nome. Si chiama La Torrente e dal 1965 è festa tutti i giorni.